Gilda degli Insegnanti
della provincia di Bologna

Federazione Gilda-UNAMS

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Assemblea sindacale sulla riforma delle scuole medie superiori
ITIS Belluzzi - 30 novembre 2009

 

Molto partecipata l’assemblea sindacale della Gilda degli Insegnanti che si è svolta presso l’ITIS Belluzzi di Bologna, con al centro la riforma della scuola media superiore, gli aspetti rilevanti, le criticità e le proposte che la nostra Associazione avanza.

Con molta efficacia, i relatori, proff.ri Gianluigi Dotti e Fabrizio Reberschegg, del Centro Studi Nazionale della Gilda degli Insegnanti, hanno mantenuto l’interesse dei partecipanti ben oltre il termine fissato per l’assemblea. A loro, il ringraziamento della Gilda di Bologna per il contributo di conoscenza dato a tutti i docenti bolognesi.

Questi, sinteticamente, i punti trattati nel corso dell’assemblea.

I tempi per l’attuazione tecnica e amministrativa non sono sufficienti, più saggio, come proposto dalla Gilda degli Insegnanti, rinviare al prossimo anno l'avvio della riforma.

 Esistono oggettivi ritardi nella definizione di parti fondamentali e integranti dei decreti e dei regolamenti previsti (decreti attuativi, utilizzo delle quote di flessibilità, introduzione di ulteriori opzioni di concerto con gli enti locali e le parti sociali, revisione delle classi di concorso, ecc.).

E’ evidente che in tale contesto tutte le procedure relative all’orientamento verso la scuola superiore non possono essere rese operative se non dopo la definizione dei regolamenti attuativi e le conseguenti deliberazioni degli organi collegiali dei singoli istituti scolastici.

A questo proposito, si ricorda che nella scuola dell’autonomia le scelte didattiche e organizzative di fondo stanno in capo al Collegio dei docenti, che è organo collegiale in cui il dirigente assume il ruolo di primus inter pares e non può obbligare a deliberare contra legem o ultra legem. Tempi, modalità e organizzazione degli assetti della riforma devono passare quindi dal voto dei Collegi dei docenti che è obbligatorio e vincolante.

Si continua a tacere che se la riforma diventasse operativa formalmente a partire dalla classe prima della secondaria superiore si prevede in ogni caso la riduzione generalizzata delle ore nei tecnici professionali in tutte le classi a 32 ore con esclusione dell’ultima classe.

Così pure sono previste riduzioni orarie nei licei che hanno attivato da anni sperimentazioni che prevedevano un orario superiore all’impostazione tradizionale (vedi potenziamento delle lingue, piano nazionale dell’informatica, sperimentazioni di storia dell’arte, ecc...). Ciò significa che la riforma, invece di prevedere maggiori risorse finanziarie e una adeguata valorizzazione del capitale umano, si basa solo su una drastica riduzione dell’organico e delle risorse finanziarie delle scuole .

Si tratta di una unilaterale modificazione del patto formativo sottoscritto da scuole e famiglie all’atto dell’iscrizione negli anni precedenti, patto che prevedeva un determinato assetto formativo degli istituti prescelti e un determinato numero di ore e di discipline con scansione settimanale.

La riduzione degli organici (che potrebbe toccare più di 15.000 cattedre nei prossimi due anni con il passaggio immediato a regime della riduzione oraria) tocca non solo il precariato, ma anche molti docenti di ruolo.

Per evitare il collasso delle scuole e degli organici la Gilda degli insegnanti ha proposto l’attuazione dell’organico funzionale di istituto come quota aggiuntiva di organico incardinata alla scuola in cui far rientrare i docenti perdenti posto, senza che dal MIUR venissero risposte a tale richiesta.

Manca ancora una chiara definizione degli assetti relativi agli istituti professionali a fronte della richiesta di alcune regioni di rafforzare le possibilità per esse di certificare diplomi regionali triennali o quadriennali, mentre lo Stato avrebbe il compito di certificare le competenze in uscita al quinto anno. In tale contesto i professionali rischiano di implodere scaricando parte dell’utenza sui tecnici e snaturando la distinzione funzionale che dovrebbe intercorrere tra istruzione tecnica e professionale.

Mancano informazioni certe circa corsi di riconversione, riqualificazione, eventuali possibilità di mobilità intercompartimentale per il personale eccedente (si pensi ad esempio alla situazione dei docenti di trattamento testi, ai conversatori in lingua straniera).

Per tutto questo la Gilda degli Insegnanti considera inopportuno dal punto di vista politico e degli assetti formativi generali di sistema procedere in tempi così brevi all’avvio della riforma. Gilda ritiene inoltre che i tempi per l’attuazione tecnica e amministrativa della riforma a fronte della scadenza delle preiscrizioni fissata alla fine di febbraio 2010 non siano assolutamente sufficienti a dare garanzie di adeguata informazione alle scuole, alle famiglie e ai docenti coinvolti.