Nel corso
dell'Assemblea Nazionale di Fiuggi dei giorni 5 - 6
- 7 - 8 ottobre è stata data una
valutazione complessiva negativa del nuovo CCNL,
sia da parte dei delegati che si sono espressi per
la sigla dell'accordo sia per i delegati che si sono
espressi per la non sigla dell'accordo contrattuale.
Gli aspetti più inquietanti di questo
contratto sono allocati nella parte economica
e sono un segnale politico inequivocabile:
l'attuale governo di centrosinistra,
come e ancor più di quello di centro destra,
nonostante i ripetuti proclami
di voler valorizzare la professione docente,
non ha in alcun conto, a
differenza di quanto accade in altri paesi UE,
il lavoro degli insegnanti
soprattutto per quanto riguarda la loro retribuzione
che subisce, con questo contratto, un netto
arretramento.
Con questo contratto quadriennale che, visti i continui,
ripetuti ritardi con i quali si procede al rinnovo,
potrebbe essere un contratto della durata di sei
anni, è tramontata l'idea stessa di
un aggancio alla media degli stipendi europei
a breve e a medio termine. Gli
insegnanti sono sempre più assimilati agli
impiegati dello Stato e subiscono la stessa
considerazione da parte dei decisori politici: sono
considerati tout court una spesa da
tagliare, come si può anche dedurre dalla
Legge Finanziaria 2008 licenziata dal Consiglio dei
Ministri.
E' prevalsa a Fiuggi la tesi di
una scelta politica a favore della
firma, per esserci laddove i
confederali, in spregio a tutte le libertà
sindacali e alla stessa democrazia,
hanno riservato la partecipazione alla
contrattazione secondaria ai tavoli nazionali,
regionali e di istituto ai soli firmatari del
contratto nazionale.
Per esserci ed
essere scomodi ma propositivi e sempre
dalla parte della categoria dei
docenti nei luoghi dove si
scrivono le regole che presiedono
all'organizzazione del nostro lavoro.
Con la contrattualizzazione del rapporto di lavoro il
panorama è cambiato e senza firma si sarebbe stati
condannati a un lungo Aventino; ad esempio non
avremmo potuto assistere le RSU elette nelle nostre
liste ovvero assumere tutte quelle informazioni che
mettiamo sui siti nei mesi estivi e che
costituiscono nelle realtà territoriali le uniche
fonti di informazione per i docenti che devono
essere immessi in ruolo e per i precari che aspirano
a supplenze.
Gli elementi dell'articolato
che recepiscono alcuni punti della
nostra piattaforma, saranno illustrati da
documenti nazionali in dettaglio e nelle assemblee
sindacali. La Gilda degli Insegnanti, come ha deciso
l'AN, sentirà la categoria prima della firma
definitiva all'accordo.
Comunque, elemento di grossa novità e
civiltà nell'accordo è la questione mobbing e
l'aver detto che l'utilizzo del fondo
d'istituto è usato con priorità per la retribuzione
delle attività didattiche e
non come avviene adesso per
finanziare il lavoro che dovrebbe svolgere il
dirigente scolastico, ma che delega alla
pletora di collaboratori e sottocollaboratori,
nè per disperdersi in quella
sorta di progettifici quali
sono diventate le nostre scuole.
Questi elementi positivi sono farina
del nostro sacco.
Occorre dire, per onestà intellettuale,
che per i docenti la strada si fa
sempre più in salita e
continuano i processi in atto
di impiegatizzazione e "proletarizzazione" della
professione in un contesto di
descolarizzazione in progress nel nostro Paese come
in altri Paesi; ma gli
stessi insegnanti devono sapere che, senza la
mobilitazione, senza la scelta di appartenere ad una
associazione professionale, il loro destino è
segnato.
Ecco perchè contro la finanziaria che
non mette un euro per i rinnovi dei contratti per il
prossimo biennio e che pratica tagli e
propone altre cose inquietanti, la
Gilda degli Insegnanti ha deciso nella medesima AN
di scioperare il giorno 27 ottobre.
|